lunedì 1 marzo 2010

EMERGENZA AL LIDO

Emergenza tsunami
Il Lido terremotato ? alluvionato ? forse è arrivato uno tsunami e non ce ne siamo accorti ?
Eppure è un anno e mezzo che la Protezione Civile è entrata in forze nell’isola.In forze per modo di dire perché nel frattempo la Magistratura ne ha rinchiuso qualche esponente. Ora ne è rimasto uno solo:  Il Commissario Straordinario della Protezione Civile con i pieni poteri per l’emergenza, ma quale emergenza ? Noi abbiamo conosciuto solo l’emergenza amianto dell’eternit che dormiva pacificamente sotterrato, senza procurare danni immediati sotto il piazzale del Casinò.
Forse l’emergenza era quella di far sì che i costruttori privati potessero comprare l’ex Ospedale al Mare o forse che gli stessi potessero costruire piscine e residence al Forte di Malamocco ? o quella di eliminare il Parco della Favorita (possibile punto di aggregazione che attualmente abbandonato e venduto assieme all’ex ospedale, comprende campo da calcio, campi da tennis, bocce, ristorante bar, punti per grigliate con una storica bacheca di premi e coppe del dopolavoro della sanità) per costruire “torri” condominiali ?. L’emergenza di radere al suolo il Parco delle Rose per costruire garage sotterraneo, supermercati e condomini ?
Queste, tra le altre,  sarebbero delle emergenze da Protezione Civile.
A livello nazionale si parla già di anomalia decretare i poteri per le opere del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e qui addirittura si assegnano anche poteri per superare le leggi che salvaguardano l’ambiente per favorire costruzioni che il buon senso, oltre ai filtri legislativi, non avrebbero mai permesso. Il sindaco di Venezia si è preso in prima persona la responsabilità di aver chiesto al suo (detto da lui) “amico” Presidente del Consiglio questi poteri eccezionali. Ma sappiamo come la pensa: “il Lido è un’unica pista ciclabile, il forte di Malamocco è una topaia, la pineta del casinò era flora impropria, i lidensi sono ingrati, sono stati coperti d’oro !” ecc.
Il motto è riqualificazione del Lido.
Ancora una volta la parola “riqualificazione” ci fa paura. Ogni volta che si usa questa parola ci vengono i brividi. Sul dizionario bisognerebbe scrivere: Riqualificazione = Eliminazione totale del verde con la sostituzione di costruzioni in mattoni e cemento.
Già, il cemento. Quanto ne servirà per la costruzione del palacinema e di tutto il resto? e quanto materiale di costruzione dovrà essere utilizzato ? Il problema è stato risolto facilmente con l’usuale metodo: occupazione di un’area verde (fianco Via Selva – Ferry boat) come deposito materiali e poi la costruzione  di un cementificio con l’abbattimento di alberi in un’area verde a fianco del ponte “della morte” a Malamocco. I malamocchini, ancora una volta, ringraziano.
Questo materiale dovrà essere, inoltre, trasportato girando per il Lido con camion inquinanti, bettoniere ecc. Ma il Lido ha nel cassetto un meraviglioso piano della viabilità risalente a sette anni fa, che resterà lì ancora per qualche anno, che risolverà tutto…     

Noi ambientalisti, stimati e ascoltati con interesse in tutto il pianeta, qui siamo considerati  catastrofisti, quelli del no, quelli che non vogliono il benessere al Lido, i posti lavoro, ma noi abbiamo i piedi per terra e forse conosciamo troppo bene  l’isola. Tutti siamo d’accordo di potenziare l’attrattiva turistica e migliorare lo skyline del Lido che finora ha subìto opere come il Blue Moon o il ponte di via Lepanto (soprannominato delle vergogna) e forse subirà anche il nuovo Piazzale S.M.E.
Il Lido ha una sua specificità ed un suo  tipico stile che non deve essere disprezzato.
La decadenza del Lido è iniziata proprio quando si è voluto, in passato, adottare le stesse strategie di eliminazione di verde e di costruzioni non adatte allo stile dell'isola ma ad un lido qualsiasi della costa adriatica. Una per tutte la costruzione di condomini davanti a Villa Eva eliminando giardino, fontana e  cigni.
Per fortuna non siamo soli a pensarla così, ora gli abitanti si rendono sempre più conto che: Un altro Lido è possibile.