giovedì 17 giugno 2010

LETTERA APERTA AL SINDACO GIORGIO ORSONI

Rispondiamo al Suo intervento, riportato recentemente dalla stampa, relativo al Lido di Venezia. Apprezziamo e condividiamo totalmente la Sua idea di un’isola ”verde, delle biciclette, della cultura anche d’inverno, del turismo di qualità, dello sport, degli eventi, delle passeggiate, del silenzio …. un’isola recuperata, rilanciata, compatibile e bella…il Lido dei cittadini”. E’ quello, possibile, che anche noi vogliamo. Ma purtroppo la realtà con cui ci scontriamo, già concretizzata (e gli esempi sono molteplici), progettata e che si sta già realizzando (proprio in questi giorni le ruspe hanno abbattuto in via Pividor un’area di notevole interesse naturalistico per la realizzazione di ulteriori nuovi appartamenti), va totalmente nella direzione opposta.
Il cantiere per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema, desolatamente fermo e impenetrabile, che ha cancellato alberi e speranze, è l’emblema di un “fare” pasticciato e anti-democratico che ha portato solo problemi, ora in eredità alla sua Amministrazione. Ci riferiamo soprattutto a quell’operazione, biasimata da molti nei suoi vari aspetti, di acquisto e vendita dell’ex Ospedale al Mare, finalizzata alla realizzazione di nuovi spazi per la Mostra del Cinema, ottenibili (ancora adesso!) con soluzioni meno costose e più immediate.
L’inaccettabile idea di commissariare tutta l’isola ha sottratto alle autorizzazioni di rito e al confronto democratico di istituzioni e abitanti progetti di notevole  impatto e rilevanza, con l’aggravio del “monopolio” di un’unica società, la Est Capital, acquirente di vaste zone del Lido (oltre che di Venezia), dall’ex Ospedale al Mare, ai due più grandi alberghi, al Forte di Malamocco, ecc..
In questo storico Forte, incastonato tra il mare e il piccolo  borgo antico, sono già iniziati i lavori per creare un albergo, una “spa” con immancabile piscina,  una trentina di villette con garage sotterranei, che demoliranno fabbricati vincolati, che stravolgeranno la storia e la natura stessa della fortificazione, che creeranno un notevole impatto sulla viabilità e sulla fragilità  del luogo.
Analoga operazione, non  certo al servizio dei cittadini, Est Capital intende realizzare nell’area dell’ex Ospedale al Mare e nell’attiguo Parco della Favorita. Benché il progetto sia stato rivisto nell’ultima Conferenza dei Servizi, sarà una vera e propria colata di cemento, in contrasto con i vincoli monumentali e ambientali, cancellati dalla stessa Soprintendenza. Ovviamente non siamo contro il recupero dell’area, né contro gli investimenti dei privati ma la variante approntata dalla vecchia Amministrazione è un inaccettabile regalo alla proprietà, che consente di abbattere  padiglioni vincolati, sopraelevarne altri e di costruire, costruire, costruire (anche un  grande albergo in Piazzale Ravà, nonostante la crisi delle strutture ricettive), cancellando di fatto un Parco –quello della Favorita-  di notevole bellezza, che era -questo sì- al servizio degli abitanti. Il forzato parziale stato di abbandono delle sue strutture sportive non giustifica certo la  trasformazione in torri e ulteriori villette. Non può bastarci il recupero del Teatro, comunque di proprietà privata e la promessa di nuovi posti di lavoro: la parziale trasformazione dell’hotel Des Bains a residenza ha portato al contrario ad un drastico calo delle abituali assunzioni.
Operiamo insieme per ottenere, come giustamente da Lei proposto, i servizi sanitari necessari ora cancellati, trasporti efficienti, servizi per abitanti e turisti, ecc.. Ma chiediamo anche insieme la fine del commissariamento (visto poi che i 150 anni dell’Unità d’Italia passeranno senza alcuna inaugurazione), la revisione dei  progetti già avviati, la riconversione a pineta della voragine fatta per il nuovo Palazzo del Cinema creando in altro modo i nuovi spazi. Si progettino, con la necessaria condivisione, interventi realmente compatibili con la bellezza, il patrimonio artistico e naturale dell’isola, già gravemente compromesso dai lavori del Mose; un’isola aperta ad un turismo sostenibile, alla partecipazione dei suoi abitanti e al contributo di un’imprenditoria illuminata e rispettosa.