venerdì 29 luglio 2011

La Nuova Darsena del Lido: L’elefante in una vetreria - Renata Mannise

“La giustizia sociale dovrà necessariamente fondarsi sulla sostenibilità ed equità economica per la
quali è necessaria la sostenibilità ambientale” così recita la Carta delle città europee per un
modello urbano sostenibile (Carta di Aalborg, punto 12, 1994). Più oltre, si precisa: ” … la
sostenibilità dal punto di vista ambientale implica la conservazione della biodiversità, della salute
umana e della qualità dell’atmosfera, dell’acqua e dei suoli a livelli sufficienti a sostenere nel
tempo la vita e il benessere degli esseri umani nonché degli animali e dei vegetali“.

Fa, davvero, uno strano effetto leggere i principi, cui lo sviluppo urbano delle città dovrebbe
conformarsi e doversi misurare, poi, quotidianamente con i progetti di “riqualificazione dell’isola
del Lido” che sembrano non curarsi del delicato equilibrio socio-ambientale di questa lingua di terra
insinuatasi tra mare e laguna.
Il 29 aprile scorso, la Est Capital SGR SPA ha, infatti, presentato il PD (Progetto Definitivo) per
una grande darsena da realizzarsi a ridosso della diga di san Nicolò. La darsena interesserebbe un
braccio di mare di 89.305 mq, un’area a terra di 55.230 mq, con la previsione di ospitare 980
imbarcazioni di varie dimensioni, una nuova viabilità di accesso e un parcheggio per 500 auto, un
carico antropico di circa 2.000 persone. Il tutto a ridosso di un’area SIC/ZPS* L’ordine di
grandezza dell’operazione appare in tutta la sua evidenza e, altrettanto evidente, risulterebbe il suo
impatto nella zona limitrofa di pregio ambientale e normata da leggi comunitarie. Un vero elefante
in una vetreria.
In merito al progetto sono state, d’altronde, espresse pesanti e circostanziate critiche. Le
Associazioni ambientalistiche del Lido, da sempre sul piede di guerra su queste questioni , hanno
prodotto le loro osservazioni allo SIA (Studio di Impatto Ambientale) presentato da Est Capital.
Sul fronte istituzionale appare significativo il voto del 23 maggio u.s del Consiglio Comunale di
Venezia, che ha fatto proprie le Osservazioni dell’Assessorato all’Ambiente le quali, relativamente
alla Via (Valutazione di Impatto Ambientale), denunciano un deficit di chiarezza rispetto al Verde
Pubblico, all’uso del suolo e sottosuolo, all’inquinamento acustico e luminoso, al traffico indotto
nell’area, alla circolazione idrica esterna alla darsena. A tali osservazioni si aggiungono quelle
riguardanti la VINCA (Valutazione di Incidenza Ambientale) che mettono in relazione gli effetti
congiunti con altri progetti prevedendo uno stress che metterebbe a rischio le componenti
ambientali presenti nell’area SIC/ZPS di San Niccolò.
E’, altresì, significativo che il Consiglio Comunale abbia chiesto, nella stessa seduta, il
“superamento della gestione commissariale delle politiche territoriali al Lido e il ripristino delle
normali procedure democratiche”. Ma proprio nel momento in cui le istanze della società civile e
la mobilitazione spontanea dei cittadini sembrano trovare il dovuto riscontro, nelle sedi
istituzionali, le dichiarazioni del Sindaco, il quale afferma che il commissario Spaziante se ne
potrà andare dopo aver portato a termine i grandi progetti in corso (cioè a babbo morto!) paiono
quasi annichilire l’importante pronunciamento del Consiglio Comunale che sembrava riconoscere
(oltre al limite intrinseco ravvisabile in una “democrazia commissariata”) l’esistenza di una
incompatibilità tra la gestione commissariale e uno sviluppo ecosostenibile dell’isola del Lido.
Come non cogliere, infatti, che la soddisfazione imprenditoriale di Est Capital viene garantita
proprio da quella figura inedita (il Commissario Governativo, dott. Vincenzo Spaziante) che ha
potere di rimuovere normative urbanistiche vigenti e abbreviare sensibilmente i tempi naturali delle
concessioni? Quello che, usando una metafora, ho chiamato “L’elefante in vetreria” è, infatti, solo
l‘ultimo di una serie di progetti, presentati dalla Est Capital. E’ stato presentato, infatti, dopo che
la medesima società ha proposto il progetto relativo alla riqualificazione dell’area ex Ospedale al
Mare, dopo il progetto di attuazione di una spiaggia privata prospiciente lo stesso ospedale, dopo il
progetto di riqualificazione dell’area del Forte di Malamocco, dopo che, sempre, la stessa Est
Capital ha ottenuto la ristrutturazione dell’Hotel Des Bains e ha presentato il progetto di
ristrutturazione del grande edificio che ospitava i dipendenti dell’Hotel Excelsior,
E’ questo che si intende per rilancio del Lido? E’ questo il modello di sviluppo di una società
civile? Queste la “sostenibilità” e “l’equità economica” che dovrebbero essere alla base dello
sviluppo urbano come recita la Carta delle città europee?
Che vantaggio ne trarrebbe il Lido da tutte queste operazioni?
Ne usciremmo, soltanto, più poveri: vedremmo ridotti gli spazi, ora, di uso pubblico,
diminuirebbero le aree di spiagge libere, aumenterebbero i disagi nei trasporti. La qualità della
nostra vita peggiorerebbe per l’indiscutibile inquinamento del mare che la nuova darsena
produrrebbe, per la scomparsa delle aree che ospitano specie animali e vegetali finora protette.
Rimarrebbe in tutti noi soltanto l’amarezza di non aver saputo contrapporre la nostra coscienza
democratica, il rispetto per noi stessi e per l’ambiente in cui viviamo, alla fredda logica del
mercato. Speriamo che così non sia. Speriamo che il vento stia cambiando davvero.

* SIC/ZPS = Sito di Interesse Comunitario/Zona di Protezione Speciale

Renata Mannise
(Sinistra, Ecologia, Libertà - Lido di Venezia)